Le vie dei libri by Marina Roggero;

Le vie dei libri by Marina Roggero;

autore:Marina, Roggero; [Roggero, Marina ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Saggi
ISBN: 9788815366771
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2021-08-15T00:00:00+00:00


2. Teatro da leggere

Per tornare invece alla nostra storia, e al nostro paese, se si vogliono individuare testi di svago che esplicitamente guardassero a un pubblico misto per gusti e per competenze, ci si deve volgere alla produzione legata al teatro, ove erano spesso riutilizzati materiali desunti dalla dimensione orale, con tratti anche irregolari e tipici del parlato spontaneo[57].

Il problema della comunicazione si poneva con particolare vigore proprio per i testi che si muovevano tra stampa e palcoscenico. Perché, se il tragico era per necessità ancorato a un codice aulico e a un monolinguismo monocromo, la commedia doveva invece fare i conti con l’intricata realtà linguistica della penisola, e con il patrimonio popolare dei dialetti[58]. La via maestra – e tipicamente italiana – per aggirare il problema fu quella messa a punto dai comici dell’Arte, basata sul ben oliato meccanismo dell’improvvisazione, e sulla mimica e sui lazzi degli attori: in questo caso la fortissima carica comunicativa dell’interlingua teatrale compensava adeguatamente arbitrarietà e carenze semantiche[59]. Si tratta senza dubbio del caso più noto, ma, sempre per quanto riguarda i generi legati al teatro, furono individuate anche altre strategie, più o meno efficaci, per ovviare alla mancanza di una piattaforma linguistica comune e partecipata. Alla ricerca di quella spontaneità e di quei «sali» che il genere comico richiedeva, molti autori ricorsero massicciamente alle parlate locali, portandole direttamente alla ribalta, in contrasto o in chiaroscuro con l’italiano letterario[60]. D’altronde quest’ultimo, poco familiare nell’uso e spesso appreso sui libri come seconda lingua, difficilmente poteva competere con l’icastica sapidità e con il brio dei vari dialetti, con la sola eccezione (forse) degli autori toscani e dei pochi altri che avevano modo di sciacquare i loro panni in Arno.

Al di là del quadro generale, ciò che più ci interessa è il passaggio e il frequente riflusso di questi prodotti dalla dimensione orale della recita al supporto delle pagine scritte. In età moderna certe tipologie di testi drammaturgici nascevano addirittura per la letteratura e non per la scena, come la gran parte dei drammi pastorali, ove la presunta umiltà della materia era compensata dalla forma retorica e da un linguaggio poetico di artificiosa eleganza. Sul medesimo versante di fascia medio-alta lo stesso rilievo valeva per generi quali la tragedia, e la tragicommedia, e in parte pure per la commedia e per il melodramma in musica. La vocazione letteraria che li accomunava si spiega all’interno di un tipo di cultura, e di un contesto sociale, in cui molta parte delle scritture d’invenzione, comprese quelle apparentemente più rivolte al consumo, cercavano di legittimarsi nelle vesti di esercizi dotti[61]. La stessa commedia dell’Arte tentò talvolta di farsi leggere e di dignificarsi, come attesta la pubblicazione di scenari (canovacci di copioni) promossa da qualche capocomico di successo[62].

Se però − senza farsi troppo influenzare dallo strepitoso successo dei drammi in musica e dell’Arte comica − si guarda all’editoria teatrale in prospettiva comparata, si fanno evidenti i limiti del caso italiano, ed emerge il fatto che nella penisola stentava a strutturarsi quel pubblico ampio di lettori/spettatori che andava invece prendendo forma in altri paesi europei.



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